Energia nucleare: un dibattito aperto

Se oggi ci fosse un referendum sul nucleare, ci sarebbero tanti sì, tanti no e tanti forse

Centrale Nucleare sul Reno

L’utilizzo del nucleare è il più discusso dall’opinione pubblica italiana in termini di questione energetica. Più delle altre tipologie di energia, l’opinione su di essa è influenzata da singoli eventi storici. Il centro di ricerca indipendente Observa Science in Society che, pubblica dal 2003 un annuario che analizza il rapporto tra Scienza, Tecnologia e Società. I dati riportati sul rapporto tra la popolazione e l’utilizzo dell’energia dei nuclei atomici sono molto interessanti.

 

 I dati

Nel 2011, a causa l’incidente di Fukushima, la percentuale di contrari alla costruzione di centrali era schizzato al 76%. Nel 2022 “invece il perdurare della crisi economica, la guerra in Ucraina, il forte aumento dei prezzi dei combustibili hanno spinto una parte degli italiani verso una maggiore apertura” riporta Observa nell’annuario del 2023.  Il tempo e le questioni economiche hanno, quindi mitigato questa differenza al punto che ora i favorevoli (40.9%) sono anche più dei contrari (37,7%).

 La crisi energetica e l’informazione

L’indagine mostra che l’attenzione alla crisi energetica è alla base delle ragioni di chi sceglie il nucleare, ma anche alla base di chi lo combatte. Il 48% dei contrari, infatti, adduce come motivazione principale l’attenzione allo sviluppo di fonti alternative. Le preoccupazioni sono anche legate alle centrali vere e proprie che sono ritenute poco sicure e all’incapacità di smaltire le scorie radioattive.  Ma perché le centrali sono ritenute poco sicure? O meglio, quali sono i mezzi di informazione da cui chi sostiene questa opinione si informa? I favorevoli seguono i social network e i mezzi d’informazione che trattano di tecnologia e scienza. In questi canali il nucleare risulta, quindi, ben “pubblicizzato”. Estremamente curioso, invece, è il dato secondo cui, la fiducia nella scienza è superiore in chi è contrario all’utilizzo dell’energia dell’atomo, portando quasi ad un paradosso.

 Può essere una soluzione?

Passando alla questione, dell’energia nucleare come soluzione giusta per combattere il cambiamento climatico i dati raccolti da Observa mostrano un grande equilibrio tra favorevoli (39%), contrari (35%) e indecisi (26%). Sorprende la grande percentuale degli indecisi che sono caratterizzati, rispetto agli altri, da percentuali di alfabetismo scientifico e fiducia nella scienza minori. Questo equilibrio è probabilmente dovuto alla poca informazione diffusa sul nucleare ed il fatto che i referendum sul suo utilizzo siano stati svolti dopo gli eventi di Chernobyl e Fukushima non ha permesso a questa forma di energia di proporsi efficacemente come soluzione al cambiamento climatico.

 Futuro

Dai dati di Observa sembra comunque che gli italiani, escludendo l’anno di Fukushima si stiano avvicinando gradualmente a questo tipo di energia. Se nei prossimi anni non accadranno disastri nucleari che, come abbiamo visto, polarizzano l’opinione pubblica, il nucleare potrebbe affermarsi come valida alternativa contro la crisi energetica.

Gabriele Turchetti

 

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