La percezione ecologica in Italia: Nove cittadini su dieci sono consapevoli dei rischi climatici.

La percezione ecologica in Italia: «Nove cittadini su dieci sono consapevoli dei rischi climatici».

Lo afferma l’annuario Observa 2023 analizzando la percezione ecologica in Italia rispetto al rapporto tra società, scienza e tecnologia in risposta al tema del global warming.

La percezione dei rischi sul cambiamento climatico, e delle sfide connesse alla salute del nostro pianeta, si è fatta più consapevole tra gli italiani. Questo è uno dei dati più significativi emersi dall’analisi condotta dall’Osservatorio Scienza Tecnologia e Società. Si tratta dell’annuale indagine, pubblicata da Observa, finalizzata al monitoraggio dei comportamenti e delle opinioni dei cittadini su questioni di carattere scientifico e tecnologico. L’interesse verso il tema ecologico nasce come diretta conseguenza dell’attuale contesto geopolitico. Il conflitto russo-ucraino ha infatti evidenziato la forte dipendenza della comunità europea rispetto alla gestione delle risorse energetiche. In particolare, la crescente pressione esercitata dalla Russia sulla politica di dialogo ha reso imminente la diversificazione dei contratti di approvvigionamento. Soprattutto visto l’obiettivo della neutralità climatica, fissato per il 2050, che avrà importanti implicazioni sul futuro del nostro pianeta.

L’attualità attribuita al tema della percezione ecologica in Italia nasce inoltre dalla radicata tendenza a fare diretta esperienza dei cambiamenti climatici in atto. L’innalzamento della temperatura e l’andamento delle stagioni rappresentano, in tal senso, due dei principali indicatori quotidiani rilevati dai cittadini. Contemporaneamente, le crescenti proteste giovanili e il numero di dati condiviso dalla comunità scientifica, alimentano un generale sentimento di preoccupazione ed allarmismo verso il fenomeno. Un dato formalizzato dalla rilevazione compiuta, che evidenzia come quasi nove italiani su dieci sostengano la realtà del riscaldamento globale. Al contrario, il tasso di scetticismo appare ridotto al cinque per cento della popolazione.

Il risultato raccolto è notevole, soprattutto se si osserva lo stesso processo in anni precedenti. Nel 2009, i dubbiosi erano rappresentati da una quota non indifferente di italiani, e soltanto un cittadino su cinque manifestava un grado di consapevolezza concreto. Similmente, oltre il 28% degli italiani si è detto preoccupato più dalle implicazioni che coinvolgono il cambiamento climatico piuttosto che da altri fenomeni connessi. Seguono la siccità, lo smaltimento dei rifiuti, l’inquinamento dell’aria e l’uso di combustibili fossili, che investe soltanto l’8% della popolazione.

L’indagine, svolta sul territorio italiano, ha coinvolto un campione rappresentativo di circa 1.000 casi proporzionato per genere, classe di età e provincia di residenza. I risultati emersi hanno registrato un incremento complessivo nella consapevolezza dei rischi incombenti, espressione di una fiducia maggiore accordata verso gli scienziati. Non solo, essa rileva un più generale attivismo, da parte dei cittadini, nell’informarsi di scienza e tecnologia attraverso i social. L’auspicio è che questa tendenza virtuale possa tradursi quanto prima in un attivismo concreto.

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