Le fonti più credibili sulla scienza secondo gli italiani: i dati in un recente studio di Observa

Fonti attendibili e scienza

Un campione intervistato sul tema della credibilità delle fonti per informarsi sulla scienza mette al primo posto la diretta voce dello scienziato.

Quali sono i mezzi più credibili per informarsi sulla scienza secondo gli italiani? Uno studio dell’Annuario Scienza e Tecnologia del 2024, realizzato dal centro di ricerca Observa Science in Society, mostra in assoluto un accresciuto interesse del campione intervistato tra il 2008 e il 2020 sul tema. In generale gli italiani hanno accresciuto il loro interesse per la scienza. La viva voce dei ricercatori nelle conferenze pubbliche è diventato il mezzo più credibile e autorevole per informarsi attraverso la divulgazione secondo l’85%, permane il ruolo delle trasmissioni televisive, valutate affidabili da 3 italiani su 4, mentre aumenta la reputazione della radio che passa dal 40% del 2008 al 65% del 2020.

Anche i siti web degli enti di ricerca e i profili social di alcuni ricercatori sono fonte attendibile per 6 italiani su 10 anche se nell’ultimo periodo hanno visto leggermente scendere la base di credibilità. Prendendo in relazione alcuni aspetti demografici lo studio evidenzia una maggiore esposizione alla scienza tra chi possiede un titolo di studio e un buon grado di alfabetismo scientifico.

Scendendo in dettaglio e cercando di focalizzare l’attenzione sugli aspetti che maggiormente sono associati alla credibilità di notizie scientifiche tecnologiche o mediche, gli italiani denotano un interesse particolare per la fonte da cui proviene la notizia e la credibilità della fonte stessa.

Le modalità della notizia

Due aspetti interessanti scelti dal campione intervistato sono: la modalità con cui è presentata una notizia scientifica e il numero delle sue condivisioni che possono far sicuramente emergere alcune considerazioni interessanti sui processi che generano le cosiddette “fake news” da parte di pseudo esperti e personaggi controversi dei social network.

C’è poi un aspetto particolare sulle cosiddette “notizie inattendibili”. Per un terzo circa del campione intervistato la responsabilità della diffusione di informazioni non veritiere è da ascrivere alla classe giornalistica. Percentuale salita di ben due punti percentuali tra il 2017 e il 2023, periodo in cui è stata ripetuta la domanda.

Se, quindi, i giornalisti sono considerati il veicolo principale di “trasmissione” di notizie ingannevoli diminuisce il numero di intervistati che pensa che il girovagare di fake news sia dovuto ai vari “troll” della rete, alle condivisioni ed in generale ai social network.

Gli scienziati e le fake news

Un caso a parte è da dedicare però proprio alla categoria degli scienziati. Specialmente dopo la pandemia, all’interno del campione intervistato, notiamo un aumento, dall’8 al 10%, di chi pensa che la responsabilità delle fake news è degli scienziati che divulga.
Possiamo affermare quindi che l’’“effetto pandemia” è andato ad indebolire l’autorevolezza degli scienziati dall’altra rileviamo, però, che le risposte negative appartengono a quella parte di intervistati che è meno alfabetizzata scientificamente.

Questo ultimo tema ci deve far sicuramente riflettere: la divulgazione scientifica, specialmente dopo la tragedia Covid, è sempre più importante e il ruolo dello scienziato comunicatore vitale per la nostra società, per questo è fondamentale evitare comunicazioni discordanti e facili ricostruzioni da smentire successivamente.

La credibilità delle fonti nella scienza rimane quindi legata intimamente al ruolo degli Scienziati.

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