Italiani e cambiamento climatico: bravi nella teoria, non nella pratica

Scultura che sostiene edifici italiani a Venezia che affondano a causa del cambiamento climatico

Gli occhi degli italiani raccontano una discrepanza tra percezione del cambiamento climatico e impegno individuale. Analizzate le cause e i possibili rimedi.

Scultura che sostiene un palazzo a Venezia che sta affondando a causa del cambiamento climatico

Parole che uniscono e dividono la società in un dibattito ormai internazionale: esiste il cambiamento climatico? Se sì, cosa si è  disposti a fare per combatterlo? Internazionale, certo, ma in Italia cosa ne pensano gli italiani?

Cambiamento climatico, riscaldamento globale, parole che si sentono quotidianamente.

La risposta arriva dall’ Osservatorio Scienza, Tecnologia e Società di Observa, un centro di ricerca indipendente che, sin dal 2003, monitora i comportamenti e le opinioni degli italiani su questioni di scienza e tecnologia.
Tra questi, la percezione del cambiamento climatico e la sua evoluzione nel corso del tempo.

Nell’Annuario del 2023, Observa ha raccolto le opinioni di un campione rappresentativo di 1000 italiani e ha riassunto come segue quanto analizzato:

“La consapevolezza della sfida e dei rischi del cambiamento climatico è ormai acquisita nella popolazione italiana”;

“Questa diffusa consapevolezza […], tuttavia, stenta a tradursi in un’effettiva disponibilità a modificare i propri comportamenti”, sostengono i curatori del volume.

In altre parole, l’”italiano medio” crede nel cambiamento climatico, ma fa resistenza nell’intervenire sulle proprie abitudini per contribuire sul piano individuale.
Insomma, bravi in teoria, meno nella pratica.

Ma come si è arrivati a queste considerazioni? Si può fare qualcosa?

Tre sono i temi principali su cui Observa ha interrogato gli italiani: Il cambiamento climatico esiste? Cosa fare per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili? Cosa sareste disposti a fare in termini di mobilità per ridurre l’inquinamento?

La risposta alla prima domanda, formulata nel 2022, è che il 95% degli italiani ritiene che il riscaldamento globale sia reale. Gli effetti possono essere sperimentati nella realtà di ogni giorno, diminuendo così gli scettici tra la popolazione.

Nella seconda si evince che l’orientamento più diffuso , come mostrato dal grafico, è quello di investire nelle fonti rinnovabili (68,5%): solo il 12,4% infatti li ritiene ancora la soluzione principale, mentre l’ 8,5% propone di diversificare gli acquisti.

Teniamo anche presente che il conflitto russo-ucraino ha evidenziato la dipendenza europea e italiana in campo energetico, alimentando così il dibattito sulle risorse da utilizzare e di conseguenza sui loro impatti sulla società e l’ambiente.

Infine, nella terza, i dati evidenziano una forte incongruenza tra percezioni e comportamenti.
Se quasi il 90% si dichiara disponibile a utilizzare mezzi sostenibili, oltre la metà continua a muoversi in auto o moto.
Due, qui, le principali motivazioni additate: la mancanza di alternative, dati i trasporti pubblici offerti dalle città e i dubbi sulle reali conseguenze a lungo periodo dei mezzi elettrici sull’ambiente.

Cosa se ne deduce? Che l’italiano va solo convinto.

L’aumento dell’offerta di alternative alla mobilità individuale, gli incentivi, il continuo sviluppo di tecnologie più sostenibili sono solo alcuni degli strumenti che potrebbero abbattere questa resistenza e far emergere la consapevolezza che già è in Italia.

Ecco una delle sfide del futuro per scienza e società.

Se si vogliono conoscere altre sfide che coinvolgono la scienza e il mondo in cui viviamo, si suggerisce la lettura di “Scienza e Media: nascita di nuove star?“.

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