Ma vi prego non toccatemi l’automobile
Si potrebbero sinteticamente racchiudere con una battuta i risultati dell’ultimo monitoraggio dell’Osservatorio Scienza Tecnologia e Società relativo alle opinioni degli italiani sui cambiamenti climatici.
L’indagine, svolta tra aprile e maggio 2022 su tutto il territorio nazionale con un campione rappresentativo di 1000 casi, ha avuto come obiettivo quello di sondare i cittadini italiani verso i cambiamenti climatici, le questioni energetiche, il nucleare e la mobilità sostenibile.
Quindi rispetto alla situazione ambientale cosa preoccupa di più gli italiani?
Ebbene, i risultati della ricerca hanno evidenziato una crescente sensibilità riguardo i temi dell’ambiente, soprattutto in relazione a scienza e tecnologia.
La consapevolezza dell’innalzamento della temperatura globale e quindi del cambiamento climatico è oramai molto diffusa in quasi tutta la popolazione (89% del campione). Permane un residuo scetticismo in particolare fra gli over 60 mentre fortissima è la consapevolezza negli under 30 della “generazione Greta”.
Sempre maggiore autorevolezza, tra coloro che sostengono la tesi del riscaldamento, viene assegnata alla scienza, con una percentuale che passa dal 19% del 2007 al 37% dello studio attuale. Di conseguenza, gli interlocutori considerati più credibili (68%) sulle scelte da fare per combattere il cambiamento climatico sono proprio gli scienziati che studiano il problema.
Ma quale sono i principali ostacoli che impediscono di agire contro il cambiamento climatico?
La maggior parte del campione continua a pensare siano interessi di tipo economico ma, con sfumature diverse a seconda dell’appartenenza politica dichiarata, aumenta la sfiducia anche nella preparazione dei decisori politici (dal 12% al 18,5%).
L’orientamento più diffuso sulle soluzioni da adottare è che si debba investire nelle fonti rinnovabili. Convinzione che si è particolarmente rafforzata anche a causa del conflitto tra Russia e Ucraina scoppiato proprio nei primi mesi del 2022. Tuttavia, il dato interessante è che esiste una tendenza significativa a riconsiderare, a certe condizioni, anche l’opzione nucleare.
Ma il problema si complica quando parliamo delle abitudini individuali soprattutto se queste impattano sul clima. È riconosciuto che le automobili contribuiscano in misura importante al riscaldamento del pianeta ma difficile convincere gli italiani a farne a meno.
In maniera abbastanza evidente emerge che, nonostante la diffusa consapevolezza della gravità della situazione ambientale, la rinuncia individuale è vista con difficoltà e riluttanza.
Bisognerà insistere su soluzioni che rendano accettabili tali rinunce come il miglioramento dell’offerta di mezzi pubblici, disincentivi all’utilizzo di questi mezzi e accessibilità e sviluppo dei nuovi strumenti tecnologici.
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